La città di Tharros, sita all’estremità meridionale della Penisola del Sinis, venne fondata alla fine dell’VIII sec. a.C. o nel VII da genti fenicie in un’area già frequentata in età nuragica.
Su una delle tre colline su cui sorge la città, nota con il nome di Su Murru Mannu, è visibile ancora oggi un importante villaggio protostorico che doveva essere già abbandonato al momento dell’arrivo dei Fenici.
I resti di un monumento nuragico sono stati riconosciuti alla base della torre spagnola del colle di San Giovanni; altri due nuraghi si trovano sul Capo S. Marco, uno, detto Baboe Cabitza, nella parte più alta del promontorio, l’altro presso l’insenatura di Sa Naedda.
Il nome di Tharros è conosciuto da fonti scritte romane e da una pietra miliare sulla strada da Othoca a Cornus. Il sito archeologico di Tharros affascina i visitatori sia per i resti di questa cittadina, che un tempo doveva essere un centro fiorente, sia per la sua posizione sull’istmo di Capo San Marco, con una splendida vista sul Golfo di Oristano.
La prova che la zona di Tharros era già abitata prima dell’arrivo dei fenici viene fondata dai resti di un villaggio nuragico. I suoi abitanti fondarono la citta instaurandovi un santuario all’aria aperta, il tofet, segno per gli archeologi di un insediamento stabile.
Nella cittadina di Tharros importanti sono le strade; queste sono del periodo fenicio-punico e la pavimentazione era di arenaria. I romani in seguito hanno lastricato queste strade con blocchi di basalto, creando nel mezzo un canaletto fognario che portava le acque verso il mare.
Andando oltre la torre sul lembo di terra che collega Capo San Marco alla penisola del Sinis si scorgeranno sulla destra i resti di una necropoli punica.
Questa meta è consigliata a tutti coloro volessero perdersi in un lembo di terra magica, quasi surreale dove storia, arte e natura si fondono alla perfezione. Per chi ama camminare e perdere il proprio sguardo nei colori, questa meta non può mancare.